Nastro magnetico: il ritorno

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È pensiero diffuso che il nastro magnetico sia un supporto di archiviazione dati ormai obsoleto e in disuso; alcuni addirittura non ne conoscono neppure l’esistenza visto l’enorme sviluppo ed evoluzione che hanno avuto i dischi magnetici prima e i dischi a stato solido (SSD) ultimamente. Il nastro magnetico è costituito da una bobina di materiale che può variare per diversi fattori, ma in generale si tratta di una sottile striscia di materiale plastico rivestita di materiale magnetizzabile. La memorizzazione del dato avviene tramite testine che magnetizzano il nastro che un meccanismo provvede a far scorrere ed avvolgere.
Il nastro magnetico presenta come caratteristica un costo per bit molto basso ma di contro una velocità di accesso molto alta ((se l’informazione desiderata è posizionata all’inizio del nastro, questo va svolto interamente)) che è la ragione per la quale i metodi sopracitati di archiviazione risultano più funzionali. Ma qualcosa è cambiato.

Fujifilm, nella persona del suo Presidente e CEO Shigetaka Komori, ha recentemente annunciato la produzione della cartuccia StorageTek T10000C che riporta alla ribalta del del mercato enterprise il nastro magnetico. Si tratta del nastro più capace al mondo, 5 TB, quello dalla più elevata velocità di trasferimento, 240 MB/s; il primo al mondo in barrio-ferrite (Ba-Fe) e sarà distribuito dalla Oracle Corporation.
Fujifilm viene così in contro al costante aumento dello spazio necessario per archiviare i backup, infatti rispetto agli altri metodi di archiviazione dati il nastro magnetico presenta molti vantaggi quali capacità, portabilità, risparmio energetico e durabilità nel tempo.
Fin ad ora, nell’ambito del nastro magnetico, venivano utilizzate come mezzo di registrazione le particelle di metallo che, per aumentare la densità di registrazione, andavano miniaturizzate al massimo a discapito della resistenza a smagnetizzazione. Grazie alle particelle di BaFe la capacità dei nastri può essere aumentata senza perdere le eccellenti proprietà magnetiche quali alta resistenza a smagnetizzazione, alta frequenza e rumore inferiore a quello dei nastri a particelle di metallo.
Inoltre Fujifilm ha sviluppato una tecnologia denominata NANOCUBICA (per le nano-entità delle particelle, del rivestimento e della dispersione) al fine di ottenere uno strato magnetico sottile ed ultra-liscio ricoprendo le particelle di BaFe miniaturizzate in maniera uniforme.
Il nastro magnetico di Fujifilm mantiene l’informazione intatta per più di 30 anni. Vista la stabilità chimica e all’ossidazione della BaFe le caratteristiche magnetiche rimangono inalterate nel tempo e al cambiamento delle condizioni ambientali. La cartuccia, inoltre, può essere caricata ed espulsa per più di 25000 volte.
In particolare il nastro ha una larghezza di 12,65mm, uno spessore di 5,2µm ed una lunghezza di ben 1147m.

Il costo per bit rimane ancora molto contenuto e per le imprese che hanno bisogno di svariati terabyte per gli onerosi backup il nastro rimane sicuramente la soluzione migliore da adottare.

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