Back to the Mac: come tutto ebbe inizio

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In vista del rilascio di Lion previsto per questa estate, abbiamo deciso di raccontarvi alcuni aneddoti ed episodi che hanno fatto grande la storia di Mac OS X, dal rilascio della prima beta pubblica fino ai giorni nostri. La rubrica toccherà diversi argomenti, spesso in ordine sparso. Un post ogni domenica per ricordare (o imparare) assieme la storia del sistema operativo su cui si basa anche iOS.

Prima Puntata: Come tutto ebbe inizio

Anno 2000, MacWorld Expo. Steve Jobs era tornato alla guida di Apple solo due anni e mezzo prima e aveva già eliminato dalla produzione aziendale articoli come stampanti, la fotocamera digitale QuickTake e l’Apple Interactive Box. Aveva dato un colpo di spugna anche alla produzione di molti computer, semplificando le linee in consumer e pro: iMac e iBook da un lato, PowerMac e PowerBook dall’altro. Un piccolo team aveva lavorato in gran segreto all’evoluzione del sistema operativo che animava i computer prodotti dalla NeXT di Jobs: un nuovo OS, diverso dal System cui gli utenti Mac erano abituati, riscritto da zero, moderno, performante e potente. Gli obiettivi erano chiari sin dall’inizio: creare un unico sistema operativo (“a differenza della concorrenza” come dice lo stesso Jobs) pensato in funzione di internet. Già OS 9 aveva degli strumenti all’avanguardia che lo rendevano “il Sistema” per internet, ma X lo avrebbe superato. Venivano introdotti alcuni elementi innovativi: il Dock (esistevano già le animazioni di riduzione della finestra!), un nuovo Finder, una nuova veste grafica (pensate che all’epoca Microsoft offriva la terribile interfaccia grigia di Windows 98 e ME) per rendere più piacevole il lavoro. La fase di lancio pianificata da Apple richiese ben 12 mesi: Jobs voleva la migrazione da un sistema all’altro fosse il più soft possibile, tanto che era possibile installare grazie all’ambiente Classic Mac OS 9.2 per eseguire le applicazioni che non erano ancora state convertite per X.

Il cuore del sistema è tutt’ora costituito dal kernel Darwin (di cui Apple rilascia pubblicamente il codice sorgente), basato quello Unix per rendere X un sistema affidabile e sicuro (ed è proprio questa scelta che tutt’ora non ci permette di avere il taglia e incolla per i file) mossa che, inoltre, permetteva ad Apple di ingraziarsi la comunità del software libero (la stessa scelta sarà presa per WebKit, il motore di Safari). Veniva introdotto il supporto a Quartz per gli effetti grafici e ad OpenGL per l’accelerazione 3D, mentre QuickTime diventava un componente di sistema per l’elaborazione dei video.

Gli ambienti per lo sviluppo delle applicazioni supportati erano 3: Classic, che abbiamo analizzato poco fa, Carbon, un set di librerie che permetteva di aggiungere nuove funzionalità alle applicazioni già esistenti e Cocoa, che veniva definito come un ambiente per lo sviluppo ad oggetti di applicazioni: proprio il linguaggio Cocoa è ora alla base delle app per Mac e iOS.

Infine, last but not the least, veniva introdotta una nuova interfaccia grafica chiamata Aqua che sopravvive tutt’ora in Snow Leopard (ma che in Lion sarà definitivamente abbandonata).

Quel giorno, forse, la platea che applaudiva Jobs per il nuovo OS non aveva ben compreso la portata dell’innovazione di quel sistema operativo: Aqua avrebbe influenzato l’interfaccia grafica di Windows XP (Luna) che fu riscritta da zero dopo il keynote di Apple, Darwin avrebbe animato iOS, il Mac si risvegliava da un lungo letargo e iniziava a liberarsi dai luoghi comuni che lo ritenevano un computer adatto solo per la grafica diventando, così, di nuovo un computer per tutti.

Alcune piccole curiosità:

  • OS X fu rilasciato dapprima in versione Beta col nome in codice di Kodiak, un tipico orso dell’Alaska. I nomi dei felini furono adottati solo dalla relase 10.0 e dalla 10.2 Apple incominciò a usarli non solo come codename di versione ma anche come nomi commerciali. Il dominio www.mammals.org (“mammiferi”) però rimanda tutt’ora al sito Apple…
  • La versione 10.1 (Puma) è stata l’unica major relase ad essere rilasciata gratuitamente.
  • Il sistema operativo non si chiama Mac OS ICS, bensì Mac OS TEN: è il successore i Mac OS 9, solo noi italiani siamo gli unici a chiamarlo ICS. 🙂

Vi lascio ai tre video riassuntivi del keynote del MacWorld 2000 e al podcast realizzato per questa puntata.

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