Recensione Parallels Desktop 7

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Il sogno di ogni sviluppatore è quello di poter avere diverse piattaforme software su cui provare le proprie applicazioni e adattarle alle esigenze di un’utenza specifica. Fino a qualche anno fa bisognava dotarsi di almeno tre computer differenti (uno per OS X, uno per Windows e uno per Linux), oppure due, ricorrendo al dual boot per i sistemi Windows e Linux, soluzione che, purtroppo, non permette l’esecuzione del codice in contemporanea sui due diversi sistemi operativi.

Con la transizione dai chip PowerPC a quelli Intel, Apple ha gettato le basi per la realizzazione del “developer dream”: è stato possibile eseguire Windows dapprima con BootCamp, poi con soluzioni alternative di terze parti, fra le quali annoveriamo Parallels Desktop, ora giunto alla versione 7.

Dalla sua prima release è stata fatta molta strada: da che si poteva emulare solo Windows XP in finestra, Parallels ha aggiunto il supporto ad altri sistemi operativi (da ultimo lo stesso OS X Lion, che può essere emulato anche in virtù della nuova licenza Apple) e tante altre funzionalità, tra le quali la modalità Coherence, che personalmente reputo la migliore innovazione nell’ambito della virtualizzazione. Essa permette che le finestre (e i gadget) dei programmi emulati “vivano” all’interno di OS X senza che siano “imprigionate” nella finestra di Parallels dedicata al desktop di Windows (o di Linux), come se fossero eseguite direttamente da Lion.

Se utilizziamo la Developer o la Consumer Preview di Windows 8, possiamo apprezzare anche il pieno supporto al nuovo os di Microsoft: tutto viene virtualizzato alla perfezione, dalla nuova interfaccia Metro ai gadget di sistema.

Non da ultimo, vorrei ricordare la possibilità di virtualizzare le partizioni BootCamp, una funzionalità particolarmente utile se abbiamo la necessità, per la quale andrà bene un ambiente virtualizzato, di accedere a Windows sia per utilizzare programmi “da ufficio” (ad esempio, un particolare programma di gestione di uno studio medico o legale) sia per attività più intense come l’uso di qualche videogioco, per le quali invece avvieremo il secondo sistema operativo da BootCamp.

Parallels Desktop 7 è disponibile anche nella versione “Switch to Mac Edition”, che include un cavo usb ad alta velocità per migrare con facilità e sicurezza dal vostro vecchio computer Windows al vostro nuovo Mac.

Parallels è disponibile anche per iOS: il client universal (ossia funzionante sia su iPhone che su iPad) vi permette di accedere alle macchine virtualizzate sul vostro Mac ovunque vi troviate, purchè abbiate a disposizione una connessione a internet.

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Le prestazioni sono di tutto rispetto: sul mio MacBook Pro Unibody Late 2009 non ho riscontrato rallentamenti evidenti anche con l’uso di applicazioni che richiedono buone risorse di sistema, che, tra l’altro, potrete distribuire fra OS X e la macchina virtualizzata dalle preferenze di Parallels.

Di non minor conto sono le piccole migliorie apportate all’applicazione: in modalità finestra, Parallels Desktop mostra il supporto allo schermo intero e a Mission Control che è anche supportato dai programmi in modalità Coherence, mentre SmartConnect offre la possibilità di utilizzare un dispositivo usb collegato al Mac con un s.o. piuttosto che con un altro.

Allo stato attuale Parallels si dimostra il miglior programma in assoluto per la virtualizzazione di altri sistemi operativi sul nostro Mac: semplice da utilizzare sin dall’installazione del sistema guest, leggero e potente, è davvero il compagno ideale per chiunque abbia necessità di avere sul proprio computer più sistemi operativi.

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